Al bar “Il posto delle fragole”

 

Trieste, “King”, n. 8, ottobre 1988. Testo di Maurizio Berte’.

 

Nella mia attività di reporter la documentazione della realtà di vita delle persone con problemi psichici è stato un tema ricorrente e caro.

Al di là della denuncia della condizione manicomiale, ha significato indagare l’uomo e le sue fragilità, quel delicato terreno in bilico fra la ricerca del sé e la sua perdita.
Così nel 1987, a Trieste per un lungo reportage sull’ex-ospedale psichiatrico, ho chiesto a pazienti, medici e semplici passanti di posare davanti al mio obiettivo. Era la provocazione di dimostrare l’assenza di un limite fra normalità e diversità e cogliere nei volti semplicemente la complessità dell’uomo. 

Cinquantacinque scatti di cinquantacinque individui che si mostrarono come si immaginavano, come si sentivano, come volevano essere visti. Fra di essi quello di una donna che è diventata sintesi nella sintesi, credo, di un mio modo di vedere l’uomo e l’esistenza.
Nella posa che offre all’obiettivo l’esuberanza della propria personalità, ritrovo una modalità di rappresentazione che attraversa alcune delle mie foto più intense: l’uomo a confronto con il proprio mondo interiore, in un momento di grazia e di abbandono. Che è poi il diritto alla vita, alla pienezza dell’essere, all’immaginazione e alla conoscenza che ho sempre cercato di affermare con le mie fotografie, anche e soprattutto quando ne denunciavo l’assenza, il tradimento, la negazione.

Uliano Lucas

Da Giovanna Calvenzi, Melina Mulas, Laura Serani (a cura di), Clear Light, Roma, Peliti Associati, 2009.